La birra belga è famosa in tutto il mondo grazie alla corposità unica della bevanda, prodotta con metodi innovativi, e alla combinazione che unisce la tradizione alla passione portata avanti, ancora oggi, dai mastri birrai. L’arte della fabbricazione della birra ebbe origine in Mesopotamia nel 9000 a.C. per arrivare poi, nel corso dei secoli, in Gallia.
Birre Belghe in epoca medievale
Durante l’epoca medievale, la produzione si spostò dalle abitazioni alle abbazie, centri di sapere per l’ agricoltura, l’allevamento e alcuni lavori artigianali fra cui la fabbricazione della birra.
I monaci potevano berne piccole quantità vista la scarsa salubrità dell’acqua. Se nell’Europa meridionale si beveva vino, i monaci di queste regioni si concentrarono sulla coltivazione della vite e sulla produzione del vino, nelle Fiandre i monaci si dedicarono alla produzione birra. Quindi è proprio grazie ai monaci che la produzione della birra passò da un’attività domestica a una vera e propria attività artigianale.
Inoltre è proprio in questa fase che le birre furono aromatizzate con una mistura vegetale chiamata “gruit”. Tuttavia se i birrai dovevano acquistare la mistura presso le gruithuis, le abbazie, esentate da questo obbligo, iniziarono a usare il luppolo, che permetteva di preservare la birra garantendone una durata maggiore.
Nel 1364, l’Imperatore Carlo IV promulgò il decreto il “Novus Modus Fermentandi Cerevisiam”, con l’obiettivo di migliorare la qualità della birra usando un nuovo metodo di fabbricazione che prevedeva l’obbligo di impiegare il luppolo.
L’evoluzione delle birre belghe tra il XVI e il XIX
Nei secoli successivi, tra il Cinquecento e il Seicento, furono introdotte più regole per garantire la qualità delle birre e poco a poco, i birrai esportarono esportare le birre al di fuori della regione.
Alla fine del XVIII secolo l’Imperatore Giuseppe II fece chiudere le abbazie perché usurpavano i diritti dei birrai. Solo nel XIX secolo si vide l’inizio di un nuovo capitolo della storia della birra con l’introduzione della Pilsner ceca nel 1839, un successo nel mondo delle birre scure velate.
La produzione di birra in tempo di guerra
La Prima Guerra Mondiale diede il colpo finale a diversi birrifici belgi poiché le forze di occupazione tedesche confiscarono tini di rame, attrezzatura e veicoli. Una volta concluso il conflitto mondiale, i birrifici che si erano ripresi dovettero far fronte e un nuovo colpo causato dalla crisi economica degli anni ’30 e dagli effetti della Seconda Guerra Mondiale. Nei decenni successivi molti microbirrifici chiusero, mentre i più grandi consolidavano il mercato nazionale.
Le birre belghe ai giorni nostri
Alla fine degli anni ’60 furono riscoperte le birre belghe, dando un nuovo riconoscimento alla cultura birraia. Tra il 1985 e il 2000 iniziarono a sorgere birrifici di medie e grandi dimensioni e furono aperti microbirrifici locali.
Attualmente l’industria della birra belga vanta alcune delle marche più conosciute e popolari: dalle birre trappiste alle proposte di birrifici locali e a conduzione familiare, dalle Lambic alle birre fiamminghe bruno-rossastre, dalle brune alle bionde forti fino alle birre belghe luppolate.